
“Due sono gli aspetti che coesistono in una esecuzione: quello emotivo-espressivo, ossia il valore artistico e quello atletico-muscolare, ossia quello puramente meccanico e artigianale.
Più l’aspetto artigianale è automatico e saldo, più il cantante potrà esprimersi liberamente e compiutamente. Nel caso contrario non potrà andare oltre le sue buone intenzioni, affidando al caso e alla buona sorte la riuscita artistica delle sue esecuzioni.
Strutturare, stabilizzare e automatizzare la meccanica di emissione vocale è fondamentale per la costruzione di una carriera artistica intensa e longeva”
Lavoro sulla meccanica di emissione, per estrarre da ogni voce, tutto quello che fisicamente è in grado di produrre. Non mi occupo della parte artistica, se non di riflesso alla ricerca e all’innesto di quegli automatismi indispensabili ad ogni genere musicale e che distinguono una vocalità professionale da una che non lo è.
L’obbiettivo quindi è automatizzare posture e coordinamento articolatorio per raggiungere il massimo in termini di profondità, ricchezza armonica, volume, bilanciamento, uniformità timbrica, gestione dei registri e resistenza al lavoro. Tutti requisiti inprescindibili per ogni cantante o attore che non voglia mai che l’efficenza della propria voce, sia altalenante e inaffidabile, rendendo praticamente impossibile la pianificazione di un calendario di impegni artistici professionale.
Voce naturale e voce impostata

In una voce impostata, presa di fiato, pressurizzazione, stabilità dell’assetto laringeo e uso consapevole delle risonanze, sono il frutto di un lungo percorso di allenamento. Impostare la voce non significa assumere posizioni rigide, “figure obbligate”, schemi fisiologici precostituiti. Impostare la voce significa sviluppare e amplificare in modo armonico le potenzialità naturali già presenti nel parlato, con vocalizzi adeguati e mirati alla costruzione di una voce stabile e professionalmente idonea alle esigenze del repertorio da affrontare.
Nelle vocalità naturali, questi parametri, rispondono unicamente a una istintiva capacità di adeguare l’emissione alle esigenze del brano. Generalmente presa di fiato e pressurizzazione sono casuali e spesso la pressurizzazione avviene a carico delle muscolature della gola. La laringe ha un escursione verticale non controllata (più o meno alta per le note alte, bassa per quelle basse) e le risonanze cercate empiricamente e trovate quasi sempre a discapito dell’articolazione e inteleggibilità del testo letterario.
Eppure molto spesso, vocalità pop che “funzionano”, sono proprio costruite su queste basi.
Si possono però preservare le qualità proprie di una vocalità Pop, ottimizzandone l’emissione attraverso un allenamento che rafforzi le srutture portanti e innesti gradualmente un coordinamento più funzionale, efficace e soprattutto, affidabile. E’ un lavoro impegnativo a volte lungo, ma è anche l’unico modo di preservare il proprio patrimonio vocale e rallentarne l’invecchiamento.
Classificazione della voce
le voci sono classificate in base a 3 principali parametri:

- la tessitura (la zona dell’estensione dove la voce si caratterizza)
- il peso (voce leggera, non teatrale; voce potente, teatrale)
- il colore ( voce chiara o voce scura)
Nell’estensione di ogni Voce si distinguono 3 zone:
La zona grave, i centri o zona mediana, e la zona acuta. Soprani e tenori hanno i loro punti di forza nella zona acuta; Mezzo-soprani e Baritoni, nei centri; Contralti e Bassi nella zona grave.
Nella vocalità “pop” però, molto spesso le voci utilizzano tessiture che non sono quelle che caratterizzano la loro corda (a volte anche a causa di malformazioni anatomiche congenite). Cosi non è raro trovare soprani che cantano nella tessitura del mezzo-soprano o addirittura del contralto e viceversa. Tenori che cantano nella tessitura del baritono o baritoni che cantano in tessiture tenorili. In questi casi, la classificazione è più utile musicalmente, se basata sulla tessitura del canto piuttosto che sulla corda. Quello che invece i cantanti non possono fare è cambiare il peso della voce. Una voce leggera rimarrà di peso leggero in qualsiasi tessitura della propria estensione canterà. Il peso della voce infatti è dato dalla conformazione fisica delle corde vocali (Corde spesse produrranno un suono più pesante di quanto non possano fare corde più sottili) e dalla conformazione degli spazi di risonanza (tratto vocale).
Gli sbilanciamenti dovuti al cambio di tessitura, possono alla lunga creare problemi alla voce. Indipendentemente da dove si canta, si dovrebbe in fase di allenamento, cercare sempre il bilaciamento dell’estensione senza che una zona prevalga sull’altra, in modo da avere un suono continuo e timbricamente ben bilanciato dalla nota più grave alla più acuta e questo è reso possibile solo da un corretto allineamento dei registri primari: Modale (o registro di petto) e falsetto-testa.
Danni alla voce

Le corde vocali sono due pieghe (lembi tendinei) rivestite da una mucosa, all’interno della laringe. È l’ondulazione di questa mucosa a dare origine alla voce. Nel caso di un trauma, può crearsi un rigonfiamento (edema) in una zona del bordo delle corde vocali, dovuto a versamento di siero, la parte acquosa del sangue. A questo punto le corde vocali non hanno più un buon contatto durante la vibrazione, e la voce comincia a risuonare sporca, soffiata, roca, con un progressivo impoverimento anche del timbro, che diventa più opaco e sfibrato.
CAUSE – Le più comuni sono uno sforzo improvviso ed eccessivo delle corde vocali, motivo per cui l’edema colpisce quasi sempre chi fa ampio o prolungato uso della voce a volumi elevati, come cantanti, insegnanti o commercianti di strada. Ma l’origine può anche essere un uso tecnicamente imperfetto della voce, quando non si parla usando a dovere il diaframma (il muscolo che separa la cavità toracica da quella addominale) e si stressano in sua vece le corde stesse. All’edema possono concorrere anche fattori d’altro genere, come il reflusso gastroesofageo, la ritenzione idrica, lo stress.
DIAGNOSI E TERAPIA – Per la diagnosi occorre una visita foniatrica da un otorinolaringoiatra con esecuzione della laringostroboscopia, una tecnica che consente di visualizzare il movimento delle corde vocali e in particolare della mucosa, e altri parametri, rilevando eventuali patologie o danni (edemi, ma anche noduli, polipi o emorragie interne), che impediscono alle corde vocali di avvicinarsi e di vibrare perfettamente. Formulata la diagnosi, si possono seguire diversi percorsi terapeutici.
– Farmaci. Un edema occasionale acuto può essere affrontato inizialmente con farmaci naturali a base di bromelina o di arnica, ed eventualmente cortisonici e diuretici. È fondamentale il riposo vocale (almeno due settimane) per lasciar riassorbire l’edema.
– La fonochirurgia. Quando non funzionano le altre terapie si può passare a due tipi di interventi, per rifilare il bordo delle corde vocali nella zona dell’edema, in modo da ripristinarne la forma rettilinea: nei casi più semplici tramite fibroendoscopia, arrivando alla gola dal naso, praticabile in day hospital con anestesia locale; nelle situazioni più complesse, in anestesia totale e con ricovero ospedaliero, attraverso piccoli tagli sul collo, in mircochirurgia. Vanno eseguiti da mani molto esperte, per non alterare le caratteristiche della voce, richiedono un riposo vocale successivo di circa tre mesi e una riabilitazione con logopedista.
La voce di un fumatore e di un non fumatore: le differenze

Il fumo cambia la voce, è uno dei fattori più evidenti della dipendenza dal tabagismo. È un cambiamento effettivo, sebbene lento, tanto che a volte il fumatore stesso non se ne accorge. Deriva dal danneggiamento delle corde vocali, a causa delle sostanze nocive della sigaretta che percorrono le vie respiratorie.
Le corde vocali di un non fumatore infatti, risulteranno di un colore chiaro, quelle di un fumatore tenderanno all’arancione o rosa. Questo fenomeno si chiama Iperemia (condizione per la quale si registra un aumento della quantità di sangue all’interno di una determinata parte del corpo) È un’infiammazione che procurerà al fumatore una voce sempre più rauca e un fiato più corto, anche quando parla.
Al contrario, un non fumatore potrà contare su una voce limpida e maggiore resistenza vocale. Questo è importante principalmente per i cantanti. Certo, la voce del fumatore potrebbe risultare graffiante, misteriosa, ma non sana. Il non fumatore, tutelando le sue corde vocali, avrà anche una diversa capacità di modulazione della voce, molto utile anche nel doppiaggio.
Voce e fumo: se smetto miglioro?
Smettere gradualmente di fumare ha i suoi benefici. Molti cantanti hanno scelto di non fumare più perché la loro prestazione vocale era peggiorata (Laura Pausini, Vasco Rossi, per esempio). Non solo, anche la resistenza e il fiato erano molto compromessi e smettere ha comportato un netto miglioramento. Il fumo è nemico della voce e allontanarsene comporta un ripristino quasi totale delle corde vocali, che a poco a poco si disinfiammano. Di conseguenza lo strumento vocale sarà più pulito. Anche a livello respiratorio ci si può aspettare incredibili risultati. In pochi anni l’apparato “disintossicato” mostrerà visibili segni di purificazione e l’ex tabagista potrà accorgersene anche solo attraverso la respirazione.